• Pubblicata il
  • Autore: Emma
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Conoscenza occasionale - La Spezia Trasgressiva

Ho conosciuto il dottor Stefano alle nove e quindici di giovedì. Quando, come una impetuosa folata di vento, fa irruzione nella "sala riunioni" dov'è riunito il personale della sede distaccata dell'azienda per cui lavoro.
Alle quattordici e dodici di quello stesso giorno ho in bocca il cazzo, duro e nodoso, del dottor Stefano .
Oh... sgombriamo subito il campo ad eventuali equivoci: io non sono una che finisca col cazzo di chiunque capiti (specialmente se praticamente sconosciuto) in bocca.
In 12 anni di matrimonio non ho mai tradito mio marito, né mi sono sollazzata con qualcuno che non fosse lui. Forse per la mia educazione borghese e formalista (dove valori come: Amore, Rispetto, Onestà, Fedeltà eccetera, hanno ancora una certa importanza) o forse perché quasi mai "la candela vale la spesa" (mettere a rischio tutto ciò che si è costruito per un capriccio, per una aleatoria soddisfazione?) oppure perché col passare del tempo e l'aumentare delle responsabilità (casa, lavoro, figlia e tutti i problemi connessi) te ne manca il tempo, la voglia e l'occasione.
Lo so, la domanda sorge spontanea: e allora perché col dottor Stefano , si?
Sinceramente non lo so!
Forse perché il dottor Stefano è un uomo affascinante: bella presenza, alto, slanciato, folta capigliatura castano-chiaro (appena appena brizzolata) e due profondissimi occhi nocciola-chiaro che quando ti fissavano sembravano scavarti dentro.
il dottor Stefano ci è stato presentato come il nuovo "coordinatore delle risorse umane" (una volta si chiamava: capo del personale) della divisione Italia della multinazionale per la quale noi tutti lavoriamo. E "coordinatore delle risorse umane" = licenziamenti!
Ah!... ecco allora perché...
No, no, manco per niente! Io non corro nessun rischio essendo l'ultima superstite del "settore amministrativo". Anzi: nemmeno avrei dovuto parteciparci, a questa riunione. Senonché il gran capo ha voluto che fossero presenti tutti i dipendenti.
Il dottor Stefano , oltre al fascino fisico, possiede anche un "carisma" eccezionale: simpatico, brillante (oserei dire: dirompente), coinvolgente fino al punto di convincerti che, se pure ti sta "licenziando", in fondo lo fa per il tuo bene!
Insomma: quest'uomo mi ha colpita profondamente sin dall'inizio.
Intendiamoci: non è che, appena l'ho visto, io abbia pensato "...ecco, a questo io gli voglio fare un bel pompino!". E, ad essere sincera, un pensiero del genere non mi ha mai nemmeno sfiorata per tutto l'arco della mattinata.
Però mi fa piacere che durante la "pausa pranzo" (che va dalle 13,30 alle 16,00), entrando nell'ampio salone dov'è imbandito un gran tavolo da buffet ricco ed invitante, lui mi si faccia da presso e, sorridendo, mi si presenti. Strette di mano, convenevoli. Ci serviamo assieme al buffet e ci troviamo un posto defilato: una ampia poltrona dagli alti braccioli. Io mi accomodo sul morbido cuscino, lui siede su uno dei braccioli.
Il dottor Stefano non è solo un bell'uomo, affascinante, elegante, garbato: è anche molto intelligente e di ironica e brillante compagnia.
Ed allora perché, mi chiedo perplessa, si è fermato solo con me, durante questo breve intervallo?
...indubbiamente perplessa, ma anche assai lusingata!
E si, perché ci sono altre "signore" a questo meeting: alcune più anziane, altre più giovani; talune addirittura assai carine che, di tanto in tanto, lanciano sguardi verso di noi: qualcuno meravigliato, qualcuno curioso (...ed invidioso, no?).
Non parliamo soltanto di lavoro. Lui, con la sua garbata sfacciataggine, si complimenta con me per la mia eleganza (...non solo esteriore, aggiunge enigmaticamente), per la mia intelligenza (durante la riunione ho fatto qualche intervento che sembra averlo molto colpito), ma soprattutto per la mia "avvenenza" (bontà sua!!!). Tanto che ad un certo punto si mostra assai contrariato poiché alle 15,00 (siamo intanto arrivati alle 14,00 circa) ha un "breefing" con i pezzi grossi della società, al quale non può mancare. Il che lo priverà della mia simpatica e gradevole compagnia per l'ultima ora di intervallo. Inoltre adesso deve andare in camera per raccogliere alcuni documenti che gli servono nell'incontro delle tre. A questo punto, con gesto per me imprevedibile, mi prende per mano e, tirandomi verso di sé, mi fa alzare dalla poltrona.
"Vieni... mi dice con voce dal tono imperioso... accompagnami in camera a prendere 'sti cavolo di documenti che poi ci andiamo a prendere un ricco caffè! Almeno stiamo assieme il più tempo possibile"
Sono sorpresa e spiazzata da questa sua azione e, frastornata, lo seguo. Continuando a tenermi per mano arriviamo agli ascensori, saliamo al 3° piano. Mi sto chiedendo che diavolo significhi tutto questo: perché vuole che lo accompagni in camera sua?... non potrei aspettarlo al bar o da qualunque altra parte?
Qui c'è qualcosa che mi sfugge!
Intanto siamo giunti di fronte alla porta della sua camera che lui apre con una tessera magnetica e arretra leggermente per cedermi il passo. Entro. E' buio. Lui mi passa davanti per inserire la tessera magnetica nel lettore a parete. Il suo corpo sfiora il mio. Ho un lieve sussulto. Il suo volto vicinissimo al mio, gli occhi negli occhi, le labbra quasi a contatto. Si china leggermente in avanti e le sue labbra si posano sulle mie. Dovrei tirarmi indietro (non ci vorrebbe granché: basterebbe arretrare di pochi centimetri il capo), ma non lo faccio... anzi! Accolgo quel leggero sfioramento: le sue labbra sono calde, morbide, prepotenti. Una mano sul mio fondo schiena mi attira con forza a sé; l'altra sulla nuca mi tiene bloccata la testa. Dischiudo leggermente le labbra e accolgo in bocca la sua lingua, invadente, vorace.
Un bacio lungo, intenso, passionale più che appassionato (...cazzo, da quanto tempo non mi baciavano - e non baciavo - così!)... e pieno di voglia e di desiderio. Voglia e desiderio che sento premere con forza e con durezza contro il mio basso ventre. Rispondo al suo bacio con un leggero senso di stordimento ma che non mi impedisce di metterci la sua stessa appassionata voluttà. La sua mano sulla mia schiena mi schiaccia maggiormente contro quel desiderio che sento sempre più duro e, vergognandomi (riflessione questa, però, successiva!) non faccio nulla per sottrarmi, anzi credo che mi strusci leggermente per sentirlo meglio.
Una breve battaglia di lingue: la sua ad esplorare gli anfratti della mia bocca; la mia che cerca la sua. Un lungo bacio quasi in apnea, sinché le nostre labbra non si separano in cerca di aria. Ha il respiro corto, ansimante. Ci guardiamo negli occhi per un lungo momento, come a chiederci: e adesso?
Non so proprio cosa mi spinga a lasciarmi scivolare in ginocchio. Continuiamo a guardarci mentre, aperta la patta dei suoi pantaloni, gli tiro fuori il cazzo. È duro, teso. Un fremito (quasi una leggera scossa elettrica) lo attraversa quando lo stringo nella mia mano. Lo stesso brivido che mi attraversa quando chiudo le mie labbra attorno ala punta gonfia, arrossata, liscia e umida (sono le 14,12 precise!).
Non lo lecco, non lo percorro con la lingua, non lo accarezzo. Solo me lo lascio scivolare in bocca e comincio a muovere la testa avanti ed indietro.
… Ma che cazzo stai facendo?
… Miodio sto facendo un pompino al dottor Stefano !
… Ma perché… perché... perché?
… Non lo so, cazzo!... non lo so, non lo so!
… Ma se nemmeno lo conosci… non sai chi è…
… È il nuovo responsabile delle risorse umane…
… È per questo?
… Ma no, che c’entra!
… E allora perché?
… ‘Fanculo... lasciami in pace!
E riapro gli occhi, sollevando lo sguardo. È teso come una corda di violino; il busto leggermente inarcato e la testa gettata all’indietro. Ha gli occhi serrati. Respira col naso: respiri profondi, ma rapidi e frequenti. Un gemito gli sale alle labbra (mi sembra di distinguere le parole: “ssiiii… oddddioooo… continua… continua… vengoooo... sto per…”).
Vagamente mi accorgo che mi pone una mano sul capo, come ad allontanarmi la testa dalla sua esplosione. Io invece gli cingo le reni con le mani, a trattenerlo. Mi piace sentirlo gonfiarsi, irrigidirsi, vibrare nella mia bocca. È come se percepissi il procedere del suo piacere lungo l’asta, fino alla punta gonfia, enfiata.
E mi sborra in bocca.
Non è una esplosione vulcanica con schizzi violenti, quanto piuttosto un abbondante fluire di quella sostanza densa e cremosa, dal sapore così particolare: acidulo, ferroso. Ecco, se potessi, lo definirei “vellutato” (so che è assurdo definire “vellutato” un sapore… ma è il termine che mi viene in mente, ripensandoci).
Continuando a tenerlo in bocca, ovviamente non posso fare a meno di deglutire, ingoiandone una buona quantità. Non è il miglior sapore del mondo e la sua consistenza mi crea piccoli rigurgiti, come leggeri conati ma, serrando gli occhi, continuo a ingoiare.
Non ho mai fatto a nessuno (… e per nessuno intendo soprattutto mio marito) pompini con l’ingoio. Non ne conosco il motivo o la ragione, né mi sono mai soffermata a rifletterci: è una cosa che non mi piace, un gesto che trovo… come dire?... disdicevole. Certo, è capitato alle volte che, facendo un pompino a mio marito, lui sia arrivato all’orgasmo inaspettatamente ed inavvertitamente (non degnandosi, comunque, di “avvertire” me!) e qualche spruzzo del suo sperma mi sia finito in bocca. Ma oltre questo, null’altro! Ho sempre ritratto la testa, lasciando che spandesse tutt’attorno il suo cremoso piacere e mai trattenendolo in bocca, anzi sputacchiando anche quel poco che ci era rimasto depositato.
E allora, stessa domanda: perché al dottor Stefano , si?
Con conseguente stessa risposta: non lo so! Perché penso che sia la cosa giusta da fare… ho voglia di farlo e al diavolo tutto il resto!
Bruscamente vengo richiamata alla realtà: chinandosi su di me, mi sfila il cazzo dalla bocca ed ho appena il tempo di rendermi conto che non è più duro e consistente come prima e, ciononostante, un senso di vuoto mi serra lo stomaco con leggere fitte, quasi dei brividi, che mi si diffondono al basso ventre.
Infilandomi le mani sotto le ascelle mi tira in piedi, di fronte a lui; nuovamente i nostri sguardi agganciati, occhi negli occhi, forse in cerca di risposte a domande mai poste.
Dio… sei fantastica… mormora in un soffio, mentre le sue labbra si serrano nuovamente sulle mie; incuranti delle tracce, ancora abbondanti, del suo stesso intenso piacere. Lo stesso bacio duro, lungo, profondo, di prima. Ed al quale rispondo, come prima, con altrettanta passione.
Poi, con le mani sul petto, lo allontano da me (confesso che un po’ mi “brucia” perdere il contatto con le sue labbra, con la sua lingua… ed anche col suo membro che, per quanto quiescente, sento premere contro il ventre, schiacciato tra i nostri corpi avvinghiati) e, occhi negli occhi, tentando uno stiracchiato sorriso, gli dico:… ehi, guarda che mancano pochi minuti alle tre!
Mi guarda aggrottando le sopracciglia come se non capisse… poi improvvisamente realizza. Oh cazzo… dice in tono concitato… oh cazzzo!
Mi pianta lì, in piedi vicino alla porta d’ingresso (che non abbiamo nemmeno chiuso, prima!) e si precipita in bagno; ne esce subito dopo essendosi più o meno rimesso in ordine; afferra una cartella portadocumenti in cuoio (elegante e raffinata) dal ripiano del tavolo/scrivania e mi si ferma di fronte. Ha una espressione sul viso che non saprei dire se sia più incazzata che delusa o costernata.
“Ti lascio la chiave elettronica della stanza.. – dice in tono speranzoso, porgendomi la tessera magnetica che ancora stringe in mano – alla fine della riunione, mi aspetti qui?”
Scuoto la testa, dicendogli che preferisco la tenga lui,
“Ma avrai bisogno del bagno...”
“Io ho ancora un ora a disposizione… mi arrangio. Tu invece sbrigati, altrimenti davvero fai tardi!”
Tiro la porta alle mie spalle che si chiude con un click. Lui resta un attimo incerto, poi infila la tesserina nel taschino della giacca; un rapido bacio sulle labbra e si allontana rapidamente verso l’ascensore. Poggiata con la schiena allo stipite della porta, lo osservo mentre ne attende l’arrivo.
Davvero un bell’uomo!... alto, elegante, sicuro di sé. Si gira verso di me, entrando nella cabina, mi punta contro l’indice e mi manda un bacio a labbra socchiuse.
Io sto ancora passandomi la lingua sulle labbra quando la cabina lo inghiotte e se lo porta via.
Non sono andata in bagno a sciacquarmi la bocca (ho solo usato un fazzolettino di carta) e non ho preso nemmeno il caffè, per non “perdere” il sapore di lui!
…non mi pare tu sia pentita di quello che hai fatto!
…dovrei esserlo?
…e direi proprio di si!
,,,okay, sono pentita… però mi è piaciuto!
La riunione, ripresa puntualmente alle 16,00, va avanti sin quasi alle 19,00 senza la presenza del dottor Stefano. Il quale, quando rientra per la relazione finale, non fa che lanciarmi sguardi di sottecchi; sguardi interrogativi?... sguardi allusivi?... sguardi che comunque vorrebbero comunicarmi qualcosa che io cerco di non rilevare, rispondendo con un cordiale e caldo sorriso.
Al termine della riunione, la folla degli astanti si raggruppa attorno al tavolo della “direzione” mentre io, al mio posto, raccolgo le mie cose che infilo nella borsa da lavoro. Il dottor Stefano si stacca dal gruppo e viene verso di me. Chiudo gli occhi…
…ed ora?
Quando li riapro lui mi è accanto. Mi guarda con espressione seria e quel suo sguardo profondo.
“Come va?” mi chiede con un certo imbarazzo.
“Oh… – gli rispondo distogliendo lo sguardo – bene, grazie!”
E dopo un breve silenzio protrattosi, forse, per qualche istante di troppo, lui mi dice in tono deciso: “Ascolta… io qui ne ho ancora per un’oretta, ma dopo mi piacerebbe portarti fuori a cena… tu ed io, da soli!”.
Sollevo il capo di scatto, fissandolo negli occhi: “Davvero, per me sarebbe un onore ed un piacere… ma io ho un marito ed una figlia di 11 anni
che certamente mi stanno aspettando per cena… e non vorrei deluderli!”
Ora è lui che serra gli occhi per un attimo e quando li riapre mi sembra di scorgere un lampo nel suo sguardo: incertezza?... rabbia?... delusione? Sta per dirmi qualcosa ma lo chiamano con urgenza al tavolo della “direzione”. Volge il capo da quella parte e poi torna a guardarmi e con quel suo gesto simpaticamente minaccioso (‘indice puntato contro di me) e dice sbrigativo: “Aspettami qui un minuto!” e si allontana rapido e sbrigativo come sempre.
Non l’ho aspettato: ho raccolto la mia borsa da lavoro e mi sono avviata all’uscita.

Note conclusive: non ho più avuto modo di incontrare il dottor Stefano (che dopo circa 2 mesi ha lasciato la nostra azienda per rivestire un incarico di maggior prestigio in una società concorrente).
Un attimo di panico quella sera quando, rientrando a casa, mio marito mi ha salutata, come al nostro solito, con un bacio sulle labbra (ma probabilmente il “sapore” del dottor lo sento solo io).
Mia figlia e mio marito hanno preparato una gustosa cenetta che consumiamo in allegria.
A letto, quella notte, dopo che mio marito si è addormentato, mi sono masturbata silenziosamente (per non svegliarlo) e sono venuta in fretta con l’immagine mentale del cazzo del dottor Stefano mentre mi veniva in bocca.
L’ultimo pensiero, prima di addormentarmi, è stato che mi sarebbe piaciuto farmi scopare da lui… ma forse è meglio così!



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12/01/2015 11:42

tuttofree2@libero.it

Ciao Emma...il tuo racconto mi porta a proporti nuovi orizzonti. Se vuoi esplorarli realmente contattami. Signor G

08/01/2015 16:06

geppo20cm

Emma se ti interessa e sei nella zona di modena... ti offro un caffe...

08/01/2015 14:59

Cervo della cornovaglia

Emma tu ti preoccupi dei rimorsi che potresti avere per mettere in pratica queste tue fantasie? Be e colpa tua , hai voluto sposare quello stronzo di tuo marito , se sposavi me potevi averne anche due o tre per settimana di quelle avventure io ti avrei sempre appoggiata , cosi non avevi rimorsi

08/01/2015 11:47

roby

aggiungo i miei complimenti alla storia, scritta benissimo, non mi ha fatto impazzire tutti gli elogi a stefano, sono troppi, mi sembra la caricatura del fenomeno di 50 sfumature... a parte ciò perfetta, brava !!!!!

08/01/2015 10:33

emma

Grazie a tutti per i commenti positivi che avete scritto! Cerchero di mettere in pratica questa mia fantasia, dopo che per anni mi son fatta troppi problemi di tipo morale ! Grazie a tutti ! UN bacio sul vostro pisello!!

07/01/2015 20:06

Fabri

Ciao Emma; il racconto è molto intenso e ben scritto, ma se queste sono le tue fantasie penso che dopo dodici anni di matrimonio sia giunto il momento di metterle in atto. Il dott. Stefano probabilmente rappresenta per te un desiderio di trasgressione che non devi reprimere. I sentimenti non c' entrano la tua famiglia è sacra, ma se ti intriga del sesso senza coinvolgimenti buttati, tra qualche anno potresti rimpiangere di non averlo fatto. Ciao e buon anno

07/01/2015 16:10

geppo20cm

Ciao Emma ti faccio i miei complimenti mi e' piaciuto molto il tuo racconto, spero di vederne altri.. ciao

07/01/2015 11:52

alberto

La storia è molto ben descritta e ricca di particolari che sembra vera,non hai trascurato nessun paricolare,davvero brava,spero che sei davvero così brava anche nella realta dei fatti .

07/01/2015 11:17

emma

Spero che vi sia piacuta questa storia! Secondo me e' scritta bene e a suo modo e' coinvolgente! Vi preciso che questo e ' un racconto di fantasia!!

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