ISCHIA 2018: ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO – seconda parte – Ischia (NA) - La Spezia Trasgressiva

ISCHIA 2018: ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO – seconda parte – Ischia (NA) - La Spezia Trasgressiva

Una pressione dietro la testa mi fece rimanere senza fiato. Claudia prese il controllo. Mi aveva immobilizzato e spostava la sua vulva su e giù, strofinandola sulla mia bocca. La sua carne calda mi passò sulle labbra, sul mento e sul naso, lasciandoli pieni di secrezioni miste a saliva.
Si fermò improvvisamente, tremando tutta. Capii che era vicino, molto vicino all'orgasmo. Ho allungato la sua schiena e sollevato le gambe verso l'alto, leccando direttamente la vulva sporgente ed il clitoride, con movimenti rapidi della lingua, con insistenza, ancora e ancora... su e giù, giù e su.
Claudia guidò la mia mano verso la sua vagina. Capivo perfettamente quello che voleva. Ho spinto con un dito, delicatamente, sincronizzando i movimenti della lingua e del dito in lei. Sotto di noi, piccole onde scuotevano lo scafo della barca, che galleggiava al ritmo del suo corpo scatenato e dei suoi gemiti di piacere.
Si inarcò sulle gambe. Per qualche secondo il suo battito cardiaco rimase bloccato, come in una sospensione perfetta tra noi ed il mare. Poi, il cuore ricominciò a pompare con frenesia e lei godette a ripetizione fino a quando chiuse saldamente le sue cosce.
Restammo in silenzio alcuni minuti.
- Lo sai?
- Lo sai... cosa?
- Che mi sto innamorando di te...
- Cerca di moderare le parole... sono troppo vecchio per queste cose...
- Pensi che stia mentendo? 
- Penso che stiamo bene insieme... ogni tanto... e che io ho quasi 60 anni e tu 30 di meno...
- Allora perché continui ad incontrarmi? 
- Perché mi piace. Mi piace farti stare bene, mi piace farti sentire una donna Solo questo?
Annuii... mentre il sole si stava preparando ad immergersi nel mare. 
- Vieni...
Mi sedetti sul sedile del timoniere. Claudia si girò verso di me con un piede sul sedile. Afferrò il mio pene eretto nel palmo della mano, lo inserì nella vagina bagnata e lentamente si abbassò. Era ancora molto unta. Scivolai leggermente, godendo ogni millimetro del calore della sua fica. Arrivai in fondo per durare a lungo, concentrandomi sul sole che scendeva verso l'acqua scintillante. 
Come in un sogno, ci muovevamo all'unisono. Presi la carne del suo seno tra le mani e la assaggiai mordendola. Volevo godere il più possibile del suo corpo, godere del piacere che mi offriva e che le offrivo.
I brividi mi fecero venire la pelle d'oca. Lo infilai dentro con ancora più forza, mentre le mie labbra si perdevano sulla pelle morbida dei suoi piccoli seni. Mi avvicinai all'orecchio e le sussurrai ripetutamente: 
- Ti amo... ti amo e tu sei mia, mia per sempre...
Ogni sussurro divenne sempre più alto, sottolineato da un colpo più profondo nella sua vagina. 
- Sei mia... mia... e io sono tuo....
Lei rispose:
- Sì amore... sì... sì... sìììììì...
L'ultimo raggio di luce brillò sul mare scintillante, e il sedile esplose in un milione di molecole rosse. Mi stavo disintegrando, stavo perdendo me stesso dentro la sua vagina, dandole tutto, e ricevendo tutto. Una volta, un'altra volta... e ancora un'altra volta. Mentre il sole svaniva inghiottito dall'orizzonte.

FINE

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