• Pubblicata il
  • Autore: GERONTOFILO 9.0
  • Categoria: Racconti mature

VA' DOVE TI PORTA IL CULO - parte 4 - La Spezia Trasgressiva

VA' DOVE TI PORTA IL CULO - parte 4

Mi sono spinto dentro di lei il più possibile. Nel mio subconscio volevo controllarla, umiliarla, sfondarla, per vendicarmi di tutte le vessazioni subite, ma nello stesso tempo ero affascinato dalla sua bruttezza e dai suoi difetti fisici.
Potevo sentire lo sfintere vibrare ad ogni colpo e il suo retto stringere il mio pene pulsante.
Alcuni lievi rumori cominciavano a fuoriuscire dal buco del culo e, mentre la montavo sempre più in fretta, si trasformavano in vere e proprie scorregge di flatulenza oppure aerofagia. Rosita non se ne curava, non cercava nemmeno una giustificazione. Lei era la direttrice, io un semplice dipendente, perdipiù stagionale.
Assecondando l'uccello che la pompavalavorava costantemente dentro di lei, Continuava a gemere guardando nello specchio la sua faccia rugosa, testimone del piacere di essere inculata. Ogni tanto si girava, ed i suoi occhi sembravano ordinarmi di fotterla ancora più forte, per farle provare tutto quello che si aspettava per essere stata così generosa con me.
Quella situazione non mi piaceva, almeno in quel caso dovevo essere io a comandare. Perciò con una mano ho afferrato i suoi capelli tinti e le ho tirato la testa all'indietro, e con l'altra la tenevo per un fianco spingendo ancora più selvaggiamente. Lei ha emesso un'altro grido, più forte, ma invece di bloccarmi, si è premuta contro di me respirando in modo affannoso e raggiungendo un primo violento orgasmo: "Mmmmh... Aaaaah... E' bellissimo! Non smettere... dài... ancora... ancora...".
Ormai ero agli sgoccioli e non mi importava molto della sua lussuria. Dovevo eiaculare presto, prestissimo. Per fortuna, Rosita ha goduto subito un'altra volta, ululando come una cagna. Così sono venuto anch'io, schizzandole in culo quasi tre mesi di sborra e di rabbia.
Per rifiatare, ci siamo appoggiati con la schiena alle piastrelle del muro. Dopo qualche minuto di silenzio, interrotto solo dal rumore delle salviette di carta che lei strappava per tamponare lo sperma che straripava, ha iniziato a rivestirsi ed ha detto:
- Esci... sei licenziato...
- Ai suoi ordini, direttrice...
Mentre era chinata per raccolgliere la gonna, l'ho girata e, tenendola per la testa, le ho strusciato il cazzo sulle labbra. Non si è opposta in alcun modo. La sua bocca ha inghiottito il cazzo succhiandolo e leccando lo sperma rimasto a gocciolare. Vista la conferma del licenziamento, una volta tornato rigido e prestante, il mio uccello esigeva almeno il trattamento di fine rapporto, la cosiddetta liquidazione, ovvero un altro orgasmo tramite pompino per pareggiare i conti.
E devo dire che Rosita non si è fatta pregare, al contrario ha svolto la sua mansione con diligenza e capacità, tanto da bersi una cospicua ed acida spremuta di maroni.
Dopo esserci puliti e rivestiti, ci siamo salutati senza rancore e, il giorno seguente, ho ricevuto la regolare lettera di licenziamento con 4 giorni di anticipo.
Quest'anno non ho neppure rinnovato la domanda di assunzione stagionale, eppure, con somma sorpresa, sono stato richiamato nello stesso ufficio postale con una raccomandata A.R. firmata personalmente dalla direttrice: "Cordialmente, Rosita *********"!

FINE

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